“Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto, i ragazzi sono stati eccezionali”. Così, dopo la finale per il bronzo persa sul filo di lana, il Dt azzurro Luca Aquilino, immette pensieri positivi nell’ambiente azzurro per scacciare via la delusione e il senso di comprensibile frustrazione per una medaglia olimpica volata via a due minuti dal triplice fischio. Non era stata in ogni caso una partita facile contro l’Egitto, un’avversaria tosta: e c’era già da smaltire il 4-0 rimediato con la Turchia in semifinale. Ma l’obiettivo del podio rappresentava comunque una bella spinta.
Gli egiziani passano per primi in vantaggio dopo nemmeno 10′ di gioco e poi si vedono concedere un calcio di rigore a favore che però il portierone azzurro Marco Fabbri para, superandosi, e compiendo un vero miracolo. Così l’Italia si scuote e torna a crederci, acciuffando il pari con Salvatore Terranova prima di andare all’intervallo. La ripresa è combattuta ed equilibrata, ma quando la gara pare ormai avviata verso i supplementari – come già accaduto con l’Inghilterra – all”88′ arriva la beffa, con il 2-1 siglato da Yassein.
“I ragazzi sono dispiaciuti ma anche consapevoli di aver disputato un’ottima Olimpiade – ribadisce Aquilino -. Certo, una medaglia sarebbe stata la ciliegina sulla torta”. Ma la Fssi ora sa di aver ritrovato fra le sue discipline più forti anche il calcio che mancava dalle Deaflympics da ben 12 anni e dallo stesso numero di anni non passava lo sbarramento del primo turno, nè agli Europei nè ai Mondiali. Qui a Samsun, invece, grazie al lavoro di tutto lo staff, e in particolare di mister Stefano Del Corno, sono stati piantati i primi semi di un futuro luminoso.