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Nuoto, gli azzurri fra rimpianti e speranze

E’ sempre difficile raccontare la gara di un atleta favorito che non finisce come si sperava, un uomo che nelle scorse edizioni era l’uomo da battere. Ma gli anni passano e nuovi talenti si presentano sulla ribalta, con dieci anni in meno sulle spalle. Luca Germano, però, non s’arrende: il suo 6° posto nei 200 stile libero racconta che il suo tempo (1’55”90) è stato lievemente inferiore a quello fatto registrare agli ultimi campionati italiani. Ma il fatto è che il brasiliano Kabbach, che si è messo l’oro al collo, ha fermato il cronometro a 1’52”55, tempo che vale il record mondiale.

“Io sono contento ugualmente – spiega il Dt Federico Paria -perché Luca ha 29 anni e i suoi tempi restano stabili, ma il livello si è alzato tantissimo e i cinque atleti che lo hanno battuto nella final hanno tutti fra i 18 e i 21 anni. Ci sono state 6 batterie di qualificazione contro le 3 della scorsa edizione, quindi c’è molta più competizione. Luca comunque è tranquillo, martedì nuoterà i 100 delfino, la sua gara preferita e sono convinto che farà bene”. Al via dei 100 delfino ci sarà anche Fabio Riganti, iscritto anche alla gara dei 50 stile libero. Mentre alle batterie dei 200 sl hanno partecipato anche Lucarini e Tamborrino, quest’ultimo più che altro per allenarsi, che però non si sono qualificati per la finale.

Il 25 luglio sarà una giornata campale per il nuoto azzurro perché è in calendario anche la finale dei 1.500 metri stile libero. Tamborrino, il ragazzo su cui si ripongono grandi speranze, si è qualificato per la finale col tempo di 16’37”19: “Se pensiamo che il record olimpico è di 16’08” ci rendiamo conto di quali progressi possa ancora fare il nostro Federico che nuota in piscina da soli due mesi – ricorda Paria -. E quel tempo, il 2° miglior crono di giornata, lo ha fatto con tutta calma. Il suo avversario è il giapponese Fujihara che ha chiuso al 1° posto con 16’12”33: è quella la sfida che deciderà il podio”.